Acadia

«La Via Lattea...», ripeté Sarah con voce divenuta all’improvviso lontana.

«Cosa ho detto di strano?».

«Niente, mi sono ricordata di un episodio della mia infanzia. Risale a quando avevo forse sette, otto anni».

«Continua», la esortò Andrea.

«Avevo trovato, in un fumetto che mi era capitato fra le mani, la storia di un piccolo astronauta che viaggiava nello spazio. Attraversava la Via Lattea, che era raffigurata da uno sciame di bottiglie di latte oscillanti nel vuoto. Io non l’avevo mai sentita nominare prima di allora ma, per il modo in cui se ne parlava, mi sembrava di capire che esistesse davvero. Allora sono andata da mio padre per chiederglielo, e lui mi ha risposto di sì. Al che io, un po’ sorpresa, ho voluto sapere se fosse proprio fatta di bottiglie di latte. Lui mi ha spiegato che no, è composta da tantissime stelle; così tante e così vicine tra loro che sembrano formare un nastro continuo nel cielo. Per farmi capire meglio, ha preso un vecchio testo di astronomia dalla libreria e lo ha aperto su immagini della Via Lattea vista al telescopio. Ho un ricordo vivissimo di quell’episodio: la sua voce paziente che mi spiega, l’odore delle pagine ingiallite, quelle scie meravigliose di stelle. È stato come se mio padre mi consegnasse la saggezza e la sapienza accumulate dall’umanità. Forse è stato allora che ho cominciato ad amare la scienza. Certo è stato allora che in me è nato l’amore per l’insegnamento, anche se l’ho scoperto solo molti anni più tardi».

 

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Non sarebbe stato possibile immaginare una mattinata più perfetta. Il sole, luminoso e tiepido, aiutava a dissipare le ombre dell’animo. Il vento fresco al traverso li spingeva veloci. La barca era agile e nervosa, piccole creste di spuma imbiancavano la superficie del mare.

Andrea prese la barra del timone e sentì la Osprey fremere fra le sue mani. Adorava da sempre quella sensazione.

«Lei è una splendida barca», disse.

Gli piaceva usare quell’espressione dello speciale amore che gli inglesi nutrono per le barche e che si riflette nella loro lingua. In inglese tutte le cose inanimate hanno genere neutro, ma non le barche e le navi. Per loro si usa il femminile. Loro sono donne.

Verso l’ora di pranzo il vento rinforzò. Per quell’intensità, ora la barca portava troppe vele.

«Dovremmo ridurre la velatura», disse Andrea.